Il profumo del pane

Gérard Haddad

 

Sabato 19 agosto | ore 21,30 | euro 4,00 | 15

Masseria Gianca (Cisternino)

Quando ero un ragazzino un po’ inquieto, in Tunisia, succedeva talvolta che il pezzo di pane
che tenevo in mano, un sandwich per esempio, cadeva per terra.
Sollevando il prezioso oggetto lo portavo un po’ tremante alle mie labbra per un tenero bacio.
Così baciamo anche gli oggetti sacri, in particolare i libri sacri, ma anche il pane.
Che cosa è un bacio? Un atto d’amore certo, ma anche di rispetto.
Il pane era il re della tavola, accanto al suo compagno, il sale. Condividere il pane e il sale è un atto di amicizia, di pace sociale, come tra gli Indiani di America si fuma il calumet della pace per non fare la guerra tra fratelli: è il rituale pacificatore del complesso di Caino.
Le radici simboliche del pane sono talmente profonde che la sua scomparsa potrebbe significare
la scomparsa della nostra civiltà. 

Gérard Haddad, si forma come agronomo e realizza importanti progetti in Africa per conto dell’Institut de Recherches Agronomiques Tropicales.
La casuale lettura di un articolo sulla psicoanalisi a firma di Jacques Lacan lo induce a provare la terapia: entra nello studio che credeva una clinica e inizia un percorso di dodici anni che terminerà alla morte del grande psicoanalista, durante i quali, oltre che paziente, in tempi rapidissimi diviene allievo, medico, psichiatra, internista e psicoanalista sotto l’occhio vigile del maestro.
Tra i suoi numerosi saggi e romanzi, tradotti in molte lingue,
Le jour où Lacan m’a adopté e il suo ultimo Le cheval de Trois.