I Trulli 

 

 

Vi sarà sicuramente capitato di vedere, su una rivista o in televisione, costruzioni simili a quelle della fotografia sovrastante. Magari non vi siete mai chiesti nulla. Magari, dopo un breve attimo di curiosità, avete voltato pagina o cambiato canale. Ma l’immagine che vi è capitata casualmente sotto gli occhi non si è cancellata; è troppo particolare, troppo unica per essere dimenticata. Così, la volta che vedete nuovamente una fotografia di trulli, dite “Io, questi li ho già visti….ma cosa sono?” Eccovi la risposta.

 

Come nascono ? 

I trulli sono piccoli edifici a forma di cono, costituiti generalmente da una base circolare (i più antichi) o quadrangolare. Hanno origine antichissima, che risale a non prima del II millennio a.c., periodo in cui si ritiene che queste singolari costruzioni siano state importate in Puglia da popoli di stirpe indo-ariana. I trulli che noi vediamo adesso ad Alberobello sono opere recenti: la tradizione attribuirebbe a Giangirolamo II Acquaviva D’Aragona, Conte di Conversano, noto come il “Guercio di Puglia”, il loro involontario atto di nascita. Nel 1635 infatti egli voleva fare del paese e della selva un proprio feudo, e spinse la popolazione a stabilirvisi, non gli importava come. E così tutti si organizzarono per costruire abitazioni semplici ma solide e resistenti, sul modello di edifici risalenti alla preistoria.

Sulla storia e sull’etimologia dei trulli vertono comunque parecchi dubbi: non a caso Emile Berteux li ha definiti “Costruzioni senza tempo”. C’è chi propende per il richiamo al 1500 a.c., quando col nome classico tholoi, a Micene in Argolide, una cupola apparve sulla tomba detta Tesoro di Atreo, ricolma degli oggetti in oro poi scoperti nel 1874 dal celebre archeologo Heirich Schliemann, quello degli scavi di Troia. Ma ad intrigare la questione compare anche il termine greco-bizantino torullos, che si riferisce alla sala a cupola del palazzo imperiale di Costantinopoli, nel quale Giustiniano II nel 691 tenne il concilio detto appunto trullano o in trullo. Infine, l’ipotesi latina turris, con le alterazioni turulla, trulla, trullum per indicare una piccola torre.

Questa forma essenziale di architettura popolare riveste alcune costruzioni diffuse in varie parti del mondo; ognuna avente però caratteristiche che la differenziano nettamente dalle altre. E’ il caso dei nuraghe in Sardegna;  la garrita delle Baleari; il seso della Pantelleria; il mane della Bretagna; la beehive-house della Scozia; il santuario di Malta; il ringwalle della Bosnia-Erzegovina; il Kurgano della Russia; il catelliere e la casìta dell’Istria; il bothan delle Isole Ebridi.

Resta il fatto che i trulli si trovano solamente in Puglia, nella provincia di Bari e nel Salento, e in Provenza (Francia), dove la presenza di qualche sparuta costruzione è avvolta ancora nel mistero….

 

Come si costruiscono?

I trulli sono prodigi architettonici. La maggior parte di quelli attualmente esistenti  è a base quadrangolare: i loro muri perimetrali hanno un’altezza variabile da 1,60 a 2 metri. Il loro spessore, ai giorni nostri, non supera gli 80 cm, mentre un tempo andava oltre il metro e spesso raggiungeva i 2 ed anche se  raramente i 3 metri. Sui muri poggia il cono (la cannela ), che sale restringendosi fino al culmine, indicato esternamente da un pinnacolo. La volta conica all’esterno e ricoperta  di lastre calcaree dette chianche (o chiancolechiancarelle) che ne garantiscono anche l’impermeabilità. Esse sono disposte in file sovrapposte, con pendenza verso l’esterno, per agevolare il deflusso delle acque piovane. Sia le mura che la cupola sono innalzate a secco, sempre secondo gli ordini di Giangirolamo II Acquavia d’Aragona, che vietava ai sudditi l’utilizzo della malta. In caso di ispezioni governative, infatti, i trulli si sarebbero potuti smontare in fretta, per poi essere ricostruiti in poche ore.

I trulli sono il primo esempio di perfetta coibentazione: caldi d’inverno e freschi d’estate. Questo fenomeno è dovuto alla formazione di piccole camere d’aria tra una chianca e l’altra, che assorbono gli sbalzi di temperatura, mantenendola costante.

L’intonacatura interna, in latte di calce su uno strato di bolo (terra rossa) contenente  paglia, impedisce agli insetti di passare e funge da isolante termico. Inoltre la cosiddetta passività della struttura (nei trulli non esistono leganti) è in grado di assorbire anche le scosse di terremoto più forti.

Qui di seguito le tre fasi di costruzione di un trullo.

 

Prima fase

Il trullo è a pianta quadrata, così come sono quadrati i vani che lo compongono. I muri sono costruiti a secco, usando pietre squadrate. Lo spazio tra la parete esterna e quella interna è riempito con sassi, pietrame e terriccio. In ogni imboccatura, su cui poggeranno le future cupole, è presente una fila a forma di ellissoide composta da cannèle, pietre inclinate verso il basso.

 

Seconda fase

 

Le pietre che formano la volta sono disposte ad anelli concentrici sempre più piccoli dal basso verso l’alto.

L’ultimo anello della volta è chiuso da una lastra circolare che viene ancorata alle pietre sottostanti e su cui poggerà il pinnacolo. Le finestre, piccole e rare, fanno entrare poca luce; a questo si ovvia dipingendo gli interni con la calce, di colore bianco.

 

Terza fase

Il pinnacolo che si innalza sulla sommità della cupola è uno dei pochi elementi a carattere decorativo.

Una volta costruita, la cupola viene ricoperta da pietre piatte spesse da 4 a 10 cm circa, dette chianche, inclinate verso l’esterno. I simboli di diverso genere (religioso, profano, magico) disegnati sui tetti, identificano il trullo ed il suo proprietario.