Inaugurazione

Venerdì 23 agosto | ore 18,45 |

Cava Conti (Cisternino)

Introduce
Milly Semeraro
direttore del Festival dei Sensi

Presenta
Laura Marchetti
presidente del Festival dei Sensi

Intervengono

Aldo Patruno
direttore del Dipartimento Turismo,
Economia della Cultura e Valorizzazione
del Territorio – Regione Puglia

Luca Convertini
sindaco di Cisternino

Parla

Giovanna Calvenzi
presidente del MUFOCO
Museo di Fotografia Contemporanea

La Puglia di Federico Patellani
con proiezione di fotografie
dal Fondo Federico Patellani

Conferenza con proiezione di immagini

        

Bue

Samuele Caliandro era un uomo mite e dal fisico possente.
Abitò tutta la vita in una piccola masseria: si vantava di vivere “all’antica” e quando finiva lo zucchero o il sale o magari restava senza sigari, impugnava il suo corno di bue podolico,
assai lungo e contorto, e a pieni polmoni ci urlava dentro la lista della spesa.
Nard’Antonij u’ Tindor, che abitava a 7 chilometri di distanza, non perdeva una parola: tessitore famoso per il magnifico cardato di lana (u tuidd), alla prima occasione comprava tutto e recapitava all’amico.
Per i casi estremi poi c’era sempre lui, l’infallibile cane lupo che partiva dal paese e sapeva come portare il fagotto sano e salvo destinazione.

cane

Ciunnudde (Pisellino) commerciava animali, ma gli affari andavano male e cominciò a dare un po’
i numeri.
Diceva di avere delle visioni e, seduto sul muretto di un trullo, accoglieva persone in cerca di conforto, profetizzava che la Madonna vi sarebbe apparsa, prometteva grazie.
Diceva di avere poteri soprannaturali, soprattutto guariva il mal di testa degli interessati appoggiandone il cranio su una chianca.
Era il 1947 e si parlò di lui addirittura al giornale radio: arrivò gente da tutta Italia.
Un giorno si mise a capo di un corteo e alla controra formò una processione che puntò dritta alla Chiesa Madre, di regola chiusa fino al vespro.
Bussò furiosamente alla porta dell’arciprete, ma don Vincenzo si fece coraggio e negò l’ingresso
in chiesa.
La folla, scornata, ripiegò allora su un giro di paese, e come se niente fosse concluse l’impresa con una predica in via Fasano…

somaro

Anni ’70…“U spelet” capitò alla fiera di Sant’Antonio: si vendevano asini belli lucidi.
Contrattò e si portò a casa una femmina, promettendo allo zingaro di pagarlo…
Una volta non li aveva, una volta non poteva… una volta offrì dei bei tronchi, un’altra del formaggio, poi una cambiale che scadeva il 30 febbraio…
Intanto l’asina, comprata vuota, a sorpresa partorì, e lui decise di tenere solo la cucciola.
Accadde che l’asinella si raffreddò: il primo giorno la portò al riparo e le diede latte tiepido con un ciuccetto.
Il secondo giorno entrò nella stalla esclamando: “Prontooo?”.
Il terzo giorno appena disse “Pronto?” l’asinella si alzò e rispose con un piccolo raglio di saluto.
Guarita, lui se la portava ovunque, al bar, e addirittura, spesso, in vespa al posto del passeggero.
Bella e forte, a Carnevale la iscrisse al concorso.
Tornarono vincitori, lui e l’asina Pronto? con un diploma e un assegno.
Diventò la regina di tutte le feste:
lui diceva Pronto?
E lei rispondeva con tre ragli.
Un giorno l’accompagnò al municipio: salirono assieme la scalinata del palazzo e all’usciere che sbarrava loro la strada, dichiarò: l’asina è disoccupata e vuole parlare
con il sindaco per chiedere lavoro.
Fu così che a Ostuni interruppero il Consiglio Comunale per ammirare l’asina che era salita a cercare il sindaco.

A guardar bene, ogni giorno la realtà può superare la fantasia.

Biglietto_da_visita_Argentieri